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La guerra in Ucraina

È necessario immediatamente esprimere vicinanza e solidarietà al popolo ucraino, che disperatamente cerca di sopravvivere sotto l’attacco e l’invasione dell’armata
russa. Ma anche solidarizzare con quei cittadini russi che sono per la Pace e si oppongono nelle piazze, rischiando forte, contro la guerra di Putin.
Dopo di che è necessario, molto brevemente, esporre alcuni cenni storici per comprendere le dinamiche e le motivazioni di questo pericolosissimo conflitto.
Proprio adesso, mentre stiamo scrivendo, le parti in guerra stanno cercando un “cessate il fuoco” e un possibile accordo.
La storia, infatti, di questi ultimi trent’anni non va assolutamente dimenticata. Nel 1991, infatti, mentre si dissolveva il Patto di Varsavia, con il crollo dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti affermavano la propria egemonia mondiale, come unico Stato con una forza e un’influenza globali. Tre anni dopo, nel 1994, la NATO, sotto il comando statunitense, attaccava l’area bosniaca in Jugoslavia e, nel 1999, attaccava militarmente la stessa Jugoslavia, partendo con gli aerei dalle proprie basi e da quelle americane presenti nel nostro Paese: 1100 aerei sganciarono 23.000 bombe e missili, distruggendo infrastrutture e aree industriali in Serbia, come ad esempio a Pančevo, causando una moltitudine di vittime civili.
La NATO tradiva così la promessa fatta alla Russia “di non allargarsi di un pollice a est”. La NATO invece si espanse sempre più verso oriente, a un centimetro dai confini russi, incrementando da 16 a 30 i Paesi aderenti all’Alleanza atlantica, incorporando molti aderenti all’ex Patto di Varsavia.
Passando di guerra in guerra, USA e NATO, nel 2001, invadevano l’Afghanistan e, nel 2003, l’Iraq. Demolivano poi lo Stato libico nel 2011. Attraverso le bande islamiche dell’Isis cercarono di abbattere la Siria, ma furono fermate dalle forze armate russe.
Nel febbraio del 2014 in Ucraina ci fu un colpo di Stato, probabilmente appoggiato dall’estero, da parte di formazioni nazionaliste e neonaziste, appositamente addestrate e armate, che rovesciò il Presidente regolarmente eletto. Sempre nel 2014, dopo l’autonomia della Crimea, formalizzata da un referendum, le popolazioni russe del Donbass costituirono le due Repubbliche indipendenti di Lugansk e Donetsk.
In questi ultimi otto anni, purtroppo, basi NATO sono state dislocate vicino ai confini russi. Il 15 dicembre 2021, la Federazione Russa consegnava un progetto di trattato per disinnescare questa pericolosissima situazione. Tutto ciò è stato respinto, mentre gli alleati occidentali schieravano le truppe ucraine con la prospettiva di un attacco su larga scala contro i russi del Donbass.

Le considerazioni di carattere storico, naturalmente, non possono giustificare l’attacco massiccio delle forze armate della Federazione russa contro l’Ucraina.
All’oggi è assolutamente necessario giungere a un immediato “cessate il fuoco” e al concretizzarsi dei negoziati in corso fra le due parti.
A livello internazionale è indispensabile che si crei un vero e proprio clima di non belligeranza, rispondendo alle istanze dei movimenti pacifisti che stanno manifestando a livello globale.
Deve essere netto il NO alla guerra nucleare, procedendo rapidamente lungo la strada dell’eliminazione totale delle armi nucleari e verso una adesione globale al Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari, TPNW, in vigore dal 22 gennaio 2021.
L’Italia non ha ancora ratificato tale fondamentale trattato promosso dalle Nazioni Unite fin dal 2017.

Gabriele Vesco


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