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SALUTE E SANITA’

All’oggi, di fronte ad un vero e proprio smantellamento della Sanità pubblica, il sistema sanitario privato risulta troppo caro, e moltissime persone decidono di non farsi curare, aumentando i rischi per tantissime patologie, e peggiorando così il proprio normale percorso di vita.
Una notevole fascia della popolazione italiana ( circa il 10% ), oggi non può accedere alle cure sanitarie perchè impoverita dalle gravi politiche di austerità e dalle perdite di reddito. I vari decreti dei diversi Esecutivi, a cominciare soprattutto dal governo Renzi, hanno tagliato un altissimo numero di prestazioni ambulatoriali, spingendo inesorabilmente moltissimi cittadini ad indirizzarsi all’offerta sanitaria privata ( ovviamente solo per quelli che se lo potevano e se lo possono permettere ), e praticamente dando un colpo mortale alla Sanità Pubblica, oramai di fatto “sull’orlo del precipizio”.
Il Servizio Sanitario Nazionale ( SSN ) sta sempre più, lentamente, sgretolandosi, non riuscendo più a garantire la sua funzione pubblica verso la Comunità.
La chiusura di molti Ospedali e di strutture sanitarie in stretto collegamento con il territorio, il blocco del turn over, sono l’anticamera di un processo di americanizzazione del sistema sociosanitario. Infatti uno Stato Sociale ridotto ai minimi termini, può spingere, di fatto, per chi ce la fa e può permetterselo, ad un accedere, sempre più veloce alle Assicurazioni Private, assai pronte e disponibili a tentare di risolvere le più variegate problematiche.
Il Sistema Sanitario Nazionale universale, oltre a rischiare di fatto, anche se gradualmente, di essere sostituito dal sistema delle Prestazioni Private, si sta sviluppando in modo progressivo, attraverso un processo Classista, per accedere alle varie cure. Proprio come negli Stati Uniti D’America.
Oggi, in Italia più di 12 milioni di persone hanno rinunciato, o meglio, stanno rinunciando a curarsi per motivi economici. In una situazione ormai grave di crisi e di difficoltà economico /sociale, almeno l’assistenza medico/sanitaria, risultava qualche tempo fa un elemento, anche se non superlativo, comunque un fattore di dignità e di una certa accessibilità. I tagli , da un lato, dei servizi essenziali di questi ultimi anni, in nome della lotta agli sprechi, e dall’altro l’impoverimento sempre più massiccio determinato dalla precarietà e dalla disoccupazione , impediscono a moltissime persone la possibilità di vivere, o meglio, di sopravvivere in Salute nel nostro Paese. Quasi un milione e mezzo di persone in più, rispetto agli anni precedenti, che proprio non si curano. Se al Nord il fenomeno risulta intorno al 22% della popolazione, nel Meridione più della metà delle persone ha dovuto rinunciare a una o più prestazioni sanitarie, per l’impossibilità di pagarle. A queste è necessario aggiungere quasi 8 milioni di persone che sono riuscite a curarsi, risucchiando tutti i propri risparmi, o peggio indebitandosi!! Le cure oltre che sempre più care, si fanno sempre più lente.
La Sanità non è più un servizio, ma un insieme di prestazioni, il cui lentissimo procedimento incide pesantemente sulla salute delle persone. I tempi Biblici delle liste di attesa, tendono sempre ad allungarsi. Tutto ciò si comprende, perchè di fronte ad una popolazione sempre più anziana, la spesa pro capite per la Salute si è ridotta quasi dell’1,5 per cento. Moltissime persone si rivolgono quindi al settore privato che ormai ha un giro di affari annuo di oltre 35 milioni di euro.
A questo punto è necessario chiarire che le diseguaglianze sociali per la Salute, sono sono determinanti, non solo per il danno che producono alla popolazione nel suo complesso, ma anche come reale indicatore del grado di giustizia sociale di una Comunità, a sua volta parametro del livello di civiltà di quest’ultima. La povertà non è un destino e nulla di ciò che riguarda le iniquità di salute è inevitabile. Le disuguaglianze di salute nascono dalle disuguaglianze nella nella società e solo intervenendo sui determinanti sociali è possibile ridurre la palese e ingiusta differenza che esiste sia tra paesi , sia all’interno dello stesso paese. Così si è espresso Michael Marmot , importante ricercatore e studioso britannico del rapporto tra Diseguaglianze Sociali e Salute Pubblica. L’articolo 32 della nostra Costituzione recita così: la Repubblica tutela la SALUTE come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. Nel 1946 l’Organizzazione Mondiale della Sanità definì la SALUTE come “uno stato di complesso benessere fisico, mentale, sociale, non la semplice assenza di malattia o di infermità”. Tale concetto mette in luce il necessario equilibrio che deve essere cercato e mantenuto, tra la persona e l’ambiente di vita. Questa nuova definizione di Salute, non si riferisce meramente alla sopravvivenza fisica o all’assenza di malattia, ma si amplia , comprendendo gli aspetti psicologici, le condizioni naturali, ambientali, climatiche e abitative e inoltre la vita lavorativa, economica, sociale e culturale. Nel considerare tutto ciò, non è possibile ignorare o trascurare il ruolo delle città, come fattore fondamentale e determinante della Salute collettiva. A tale proposito l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha creato il termine di Città Salutare ( Healthy City ), che non ha raggiunto un particolare livello di salute pubblica, piuttosto una città che è conscia dell’importanza della Salute come bene collettivo e che quindi, mette in atto delle politiche chiare per tutelarla e migliorarla. La salute non è più solo un “bene individuale”ma un “bene comune”che richiama ogni persona a praticare comportamenti positivi e corretti basati sul rispetto reciproco. Il bene comune è quindi un obiettivo da perseguire sia da parte dei Cittadini, sia dei Politici e degli Amministratori locali, che devono garantire in modo coerente e sicuro una sanità equa e assolutamente non squilibrata , cercando di considerare la salute della collettività non più solo un costo bensì un reale investimento. L’organizzazione della città e dei contesti sociali ed ambientali contemporanei ha la capacità di condizionare e modificare i bisogni emergenti, gli stili di vita e le aspettative delle persone, elementi fondamentali che dovrebbero sempre essere considerati nell’orientamento e nella programmazione delle politiche pubbliche. Insomma promuovere la salute, significa andare oltre il tema della Sanità. Significa superare l’errata logica riduzionistica spesso confusa con la Sanità. La concezione e la promozione della salute vanno ben al di là della sola assistenza sanitaria, insomma in realtà, la salute non è una responsabilità esclusiva del settore sanitario e, oltre agli stili di vita salutari, punta al benessere ( Carta di Ottawa,1986 ). Tale Carta di Ottawa si articola in cinque punti operativi fondamentali:

-creare sane politiche pubbliche

-creare ambienti favorevoli alla salute

-rafforzare l’azione collettiva in favore della salute

-sviluppare le capacità individuali

-riorientare i servizi sanitari

Promuovere la salute, quindi, significa praticare un’azione coordinata da parte di tutti i soggetti coinvolti, e non solo dei sistemi sanitari. E’ necessario operare all’interno di un processo integrato per affrontare le problematiche della salute pubblica. La città può offrire grandi opportunità di integrazione tra servizi sanitari, sociali, culturali, sportivi e ricreativi. Il futuro della sostenibilità dei sistemi sanitari, non può, però, prescindere dallo studio dei determinanti della salute particolarmente nelle grandi città. E’ necessario delineare, a questo punto, i punti chiave che possono guidare le città a studiare e approfondire i determinanti della salute nei propri contesti urbani, e partire proprio da questi per elaborare strategie, al fine di migliorare gli stili di vita e lo stato di salute dei cittadini.

Tali punti chiave sono questi:

-Ogni cittadino ha diritto a una vita sana e integrata nel proprio contesto urbano. La salute dei cittadini deve essere il punto centrale di tutte le politiche urbane.

-Va assicurato un alto livello di alfabetizzazione e la possibilità di accedere in modo semplice e chiaro all’informazione di carattere sanitario per tutti i cittadini.

-E’ fondamentale inserire l’educazione sanitaria in tutti i programmi scolastici, con particolare riferimento ai rischi per la salute nel contesto urbano.

-E’ necessario incoraggiare in modo forte, gli stili di vita sani nei luoghi di lavoro, nelle comunità e nelle famiglie.

-E’ indispensabile promuovere una cultura alimentare appropriata attraverso programmi dietetici mirati, per combattere preventivamente l’obesità diffusa

-Migliorare e ampliare la possibilità di accedere alle pratiche sportive e motorie per tutti i cittadini, favorendo lo sviluppo psicofisico delle nuove generazioni e l’invecchiamento attivo.

-Sviluppare politiche locali di trasporto urbano finalizzate alla sostenibilità ambientale e alla creazione di una vita per la salute e nella salute .

-Rafforzare la prevenzione primaria, con particolare riferimento alle malattie croniche, trasmissibili e non trasmissibili.

-La priorità deve essere quella di considerare la salute delle fasce più deboli e a rischio, per l’ inclusione sociale nel contesto urbano.

Anche la recente Dichiarazione di Shangai del 2016, approvata in occasione dei 30 anni della carta di Ottawa, sulla promozione e diffusione della salute afferma: La salute si sviluppa nei contesti della vita quotidiana, nei quartieri e nelle comunità dove le persone vivono, amano, lavorano fanno acquisti e si divertono. La salute è uno dei più efficaci e potenti indicatori dello Sviluppo Sostenibile e di successo in ogni città e contribuisce a rendere le città inclusive e capaci ad adattarsi ai cambiamenti sempre più velocificati. per l’intera popolazione.

I determinanti della salute sono i fattori che influenzano lo stato di salute di una persona e , più estesamente, di una comunità o di una popolazione. I fattori, quindi, che a diverso titolo, hanno un impatto sulla distribuzione della salute e del benessere. Essi sono:

-Il contesto politico socioeconomico

-La posizione socioeconomica

-Le condizioni di vita e di lavoro, fattori psicosociali, coesione sociale, comportamenti individuali e fattori biologici, sistema sanitario.

Il sistema sanitario viene individuato come un fondamentale determinante sociale, di salute e di equità della salute, attraverso alcune modalità di azione: intervenendo attraverso la prevenzione, la cura la riabilitazione.

Per quanto riguardala crisi del sistema sanitario, oramai stiamo assistendo ( come già riferito precedentemente), ad un lento e continuo impoverimento della sanità pubblica, spesso ipocritamente presentato come inevitabile conseguenza della pesante situazione dei conti pubblici, ma in realtà espressione del “ disimpegno” ragionieristico e voluto, di gran parte di governi ( nazionali e regionali ), che si sono sottratti alle loro responsabilità in materia di tutela della salute e di fatto hanno favorito l’ampliamento degli spazi per la vera sostituzione, ormai di gran parte del servizio sanitario pubblico, con servizi alternativi, dal welfare a aziendale alle assicurazioni ( vedi anche contratti nazionali di categoria, firmati dai sindacati confederali ).

Vorrei alla fine ,inoltre, ricordare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel lontano 1996, deliberando la “Carta di Lubiana”, sottolineava l’importanza fondamentale di Dare attenzione alle opinioni e alla scelte dei cittadini e cioè:

-I cittadini dovrebbero partecipare alle decisioni sui servizi sociosanitari e ai processi decisionali, economici e gestionali.

-I cittadini dovrebbero, insieme alle proprie associazioni, essere sentiti su tematiche come l’assistenza sanitaria, la contrattazione, la qualità dei servizi, nell’interazione aziente/erogatore, la gestione delle liste di attesa, e il seguito dato ai reclami.

L’esercizio e la pratica, dei diritti dei cittadini pazienti, comporta l’accessibilità a informazioni chiare e verificate pubblicamente su ciò che dispongono e offrono i servizi sanitari pubblici. Tutto ciò attraverso, ovviamente sistemi informativi avanzati, ampi,e accurati.

“LA DEMOCRAZIA PRODUCE CITTADINI SANI, LA TIRANNIA SUDDITI MALATI”

( Ippocrate 460 a. C. – 377 a.C. )

Gabriele Vesco – segretario del Veneto di LAS


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