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La grande mobilitazione antifascista a Roma il 16 ottobre

La grande mobilitazione antifascista a Roma il 16 ottobre, non ha prodotto nulla di nuovo e di incisivo dal punto di vista degli interventi dalle

proposte dei tre Segretari generali di CGIL CISL UIL.

Sembra quasi che non si sia voluto, anche questa volta, disturbare il “Manovratore”.

La conflittualità’ operaia e sociale è stata posta nel dimenticatoio, in un’ottica di supporto e collaborazione con le controparti.

Nel frattempo, il capo della chiesa cattolica, papa Francesco, elencava come “misure necessarie”la modifica dei sistemi

economico sociali, di estendere i brevetti dei vaccini alle popolazioni, anche e soprattutto, a quelle più povere.

Inoltre papa Francesco chiedeva di condonare i debiti ai Paesi economicamente più deboli. Condannava senza mezzi termini

quelle compagnie che stanno distruggendo l’Ambiente ( estrattive, forestali, agroalimentari ), diceva di finirla con la manipolazione

della Verità nell’informazione. I governi, secondo il Papa, dovevano essere oggi, un Servizio per il popolo che chiede soluzioni

alle più svariate problematiche sociali.

Occorre quindi, un reddito minimo, per far vivere la gente in modo dignitoso, e la ricchezza di pochi deve essere condivisa

in modo equo. E’ necessario lavorare meno, affinché sempre più persone possano accedere ad attività lavorative.

Non stiamo diventando papisti, ma, certo queste idee e queste indicazioni non si sono sentite in piazza San Giovanni a

Roma, dove la massiccia presenza di cittadini e lavoratori antifascisti non ha determinato concetti di lotta e conflittualità

nei programmi di CGIL CISL UIL.

Gabriele Vesco, L.A.S. Veneto


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